In molti si sono lamentati (giustamente) della difficoltà di riparazione dei nuovi MacBook Pro presentati da Apple al WWDC dell’11 Giugno: penso che il futuro dell’elettronica sarà sempre più in questa direzione, non tanto per motivi di miniaturizzazione quanto per motivi di facilità costruttiva.
Oggi viene tutto assemblato da tanti cinesi con tanti cacciavite piccoli piccoli.
Non si può pensare che vada sempre avanti così: il massimo della tecnologia con il minimo della tecnica di assemblaggio (i robot vengono usati solo per fare “i pezzi”).
Inoltre il poter assemblare con linee più “automatiche” sarà una possibilità dei probabili futuri impianti costruttivi che gli Stati Uniti presumibilmente torneranno a insediare sul loro territorio.
Questo sia per motivi di tutela della loro economia nazionale sia per una prevedibile minore convenienza a produrre in Cina (aumento dei salari, del tasso di cambio e rischio di instabilità politica).
Temo che l’ovvia ricaduta sui prezzi non sarà istantanea e per un pò pagheremo un portatile assemblato con la colla più di quanto valga…